mercoledì 27 marzo 2013

Biologico e Biodinamico


Analogie e differenze

Non tutti sanno che il metodo di coltivazione biologico è nato solo dopo quello biodinamico e che esiste quindi una chiara reciprocità tra entrambi.
  L’agricoltura biodinamica ebbe inizio nei primi anni ’20 del Novecento, in Germania, grazie al dottor Rudolf Steiner. È un metodo di coltura “fratello” del biologico, che parte dal considerare l’azienda agricola come un vero e proprio organismo vivente, mettendo al centro l’uomo e il suo rapporto con il cosmo, da cui subisce le influenze. Scopo finale è quello di rendere l’azienda che lo pratica un organismo sano e capace di autoregolarsi, ottenendo come risultati: l’accrescere e favorire la fertilità della terra; il produrre piante sane, che abbiano sviluppato al massimo le loro qualità tipiche e, di risultato, il produrre alimenti che rafforzino il metabolismo umano per uno sviluppo sano ed armonico. Fondamenti dell’agricoltore biodinamico sono: le rotazioni colturali; la concimazione con compost biodinamici; l’osservazione delle fasi lunari e dei cicli planetari nelle operazioni di semina e coltivazione.
Durante il corso della storia nazisti e paesi comunisti soppressero l’attività dei biodinamici. In Italia tale scienza giunse negli anni Trenta, ed ebbe uno dei suoi sostenitori nel funzionario del ministero dell’Agricoltura dell’epoca, ma nel periodo del Fascismo fu bandita. Dopo la guerra, nel 1947, la biodinamica tornò “pubblica” con la costituzione de l’Associazione per l’Agricoltura biodinamica, prima organizzazione ambientalista in Italia; essa cammina “a braccetto” con la Demeter Italia – l’ente per la promozione e la tutela della produzione biodinamica – primo marchio internazionale di qualità alimentare, nato già nei primi anni Trenta. Studi che hanno messo a confronto la coltivazione convenzionale con quella biodinamica, hanno dimostrato l’efficacia di quest’ultima per qualità del suolo e – rispetto al rendimento economico tra coltivazioni biodinamiche e convenzionali – si è dimostrato che i suoli biodinamici hanno una qualità biologica e fisica migliore.

L’agricoltura Biologica, pur presentando delle analogie con quella biodinamica, è differente.
Affermatasi a partire dagli anni ’70 grazie alla crescente sensibilità ai temi dell’ecologia, al contesto sociale e culturale di quel periodo, si basa su interventi a basso impatto ambientale e promuove la biodiversità, evitando di portare sul mercato prodotti contenenti fitofarmaci e concimi chimici, oltre a non causare un impatto negativo a livello di inquinamento dei suoli e delle acque.; la fertilità del terreno viene preservata tramite l’uso di concimi organici e per mantenere intatta la struttura organica del suolo viene effettuata la rotazione delle colture; la concimazione e protezione delle piante avviene solo con fertilizzanti naturali e non di sintesi. I vantaggi del biologico sono evidenti nell’ambiente, e, di conseguenza, nei prodotti che troviamo sul mercato e che arrivano sulle nostre tavole, che presentano quantità più elevate di antiossidanti e nutrienti e sono indiscutibilmente più sani.

La coltivazione biodinamica è invece molto più complessa e si pone nei confronti dell’agricoltura con un approccio scientifico- spirituale. Entrambe recuperano alcune pratiche tradizionali come la rotazione delle colture, ma la biodinamica si basa anche su una serie di preparati realizzati seguendo regole ben precise che finiscono con lo stimolare il terreno e le piante; inoltre, segue i cicli lunari e la posizione degli astri al momento della lavorazione del terreno.
Studi per la valutazione di differenze tra prodotti biodinamici e biologici, effettuate nel 2008 su un vigneto, ci hanno permesso di pervenire a qualche dato, anche se a questi primi risultati dovranno certamente seguire studi più approfonditi. Sembra che la coltivazione con metodo biodinamico abbia apportato vari benefici: la vigna ha sviluppato maggiormente le radici, il suolo è migliore dal punto di vista organolettico, le bucce degli acini hanno una presenza massiccia di lieviti ed il prodotto risulta più ricco di energia.

Lo stile di vita bio è una prerogativa dei paesi dell’Europa settentrionaledov'è molto radicato ed in cui da sempre c’è una costante attenzione a certe tematiche. Giunto un po’ più tardi in Italia, sta comunque prendendo sempre più piede, non solo grazie al sostegno economico dell’ Unione Europea all’ agricoltura biologica, ma anche perché il consumatore abbraccia un’etica che, a partire dall’ alimentazione, si estende a tutti gli aspetti della nostra vita quotidiana. Questo significa non solo mangiare naturale usando i prodotti coltivati biologicamente, ma anche agire attraverso scelte consapevoli anche nei più piccoli gesti che rendono più sostenibili i nostri consumi, e le nostre abitudini quotidiane non solo nell’ alimentazione, ma anche, ad esempio, per l’utilizzo di energia verde, o ancora nelle scelte di turismo sostenibile.

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