Analogie e differenze
Non tutti sanno che il
metodo di coltivazione biologico è nato solo dopo quello biodinamico e che
esiste quindi una chiara reciprocità tra entrambi.
Durante il corso della storia nazisti e paesi comunisti soppressero
l’attività dei biodinamici. In Italia tale scienza giunse negli anni Trenta, ed
ebbe uno dei suoi sostenitori nel funzionario del ministero dell’Agricoltura
dell’epoca, ma nel periodo del Fascismo fu bandita. Dopo la guerra, nel 1947,
la biodinamica tornò “pubblica” con la costituzione de l’Associazione per
l’Agricoltura biodinamica, prima organizzazione ambientalista in
Italia; essa cammina “a braccetto” con la Demeter Italia –
l’ente per la promozione e la tutela della produzione biodinamica – primo
marchio internazionale di qualità alimentare, nato già nei primi anni Trenta.
Studi che hanno messo a confronto la coltivazione convenzionale con quella
biodinamica, hanno dimostrato l’efficacia di quest’ultima per qualità del suolo
e – rispetto al rendimento economico tra coltivazioni biodinamiche e
convenzionali – si è dimostrato che i suoli biodinamici hanno una qualità
biologica e fisica migliore.
Affermatasi a partire dagli anni ’70 grazie alla crescente sensibilità ai temi dell’ecologia, al contesto sociale e culturale di quel periodo, si basa su interventi a basso impatto ambientale e promuove la biodiversità, evitando di portare sul mercato prodotti contenenti fitofarmaci e concimi chimici, oltre a non causare un impatto negativo a livello di inquinamento dei suoli e delle acque.; la fertilità del terreno viene preservata tramite l’uso di concimi organici e per mantenere intatta la struttura organica del suolo viene effettuata la rotazione delle colture; la concimazione e protezione delle piante avviene solo con fertilizzanti naturali e non di sintesi. I vantaggi del biologico sono evidenti nell’ambiente, e, di conseguenza, nei prodotti che troviamo sul mercato e che arrivano sulle nostre tavole, che presentano quantità più elevate di antiossidanti e nutrienti e sono indiscutibilmente più sani.
Studi per la valutazione di differenze tra prodotti biodinamici
e biologici, effettuate nel 2008 su un vigneto, ci hanno permesso
di pervenire a qualche dato, anche se a questi primi risultati dovranno
certamente seguire studi più approfonditi. Sembra che la coltivazione con
metodo biodinamico abbia apportato vari benefici: la vigna ha sviluppato
maggiormente le radici, il suolo è migliore dal punto di vista organolettico,
le bucce degli acini hanno una presenza massiccia di lieviti ed il prodotto risulta più ricco di energia.
Lo stile di vita bio è
una prerogativa dei paesi dell’Europa settentrionale, dov'è molto radicato
ed in cui da sempre c’è una costante attenzione a certe tematiche. Giunto un
po’ più tardi in Italia, sta comunque prendendo sempre più piede, non solo
grazie al sostegno economico dell’ Unione Europea all’ agricoltura biologica, ma
anche perché il consumatore abbraccia un’etica che, a
partire dall’ alimentazione, si estende a tutti gli aspetti della nostra vita
quotidiana. Questo significa non solo mangiare naturale usando i prodotti
coltivati biologicamente, ma anche agire attraverso scelte consapevoli anche
nei più piccoli gesti che rendono più sostenibili i nostri consumi, e le nostre
abitudini quotidiane non solo nell’ alimentazione, ma anche, ad esempio, per
l’utilizzo di energia verde, o ancora nelle scelte di turismo sostenibile.
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