L’ORO PUGLIESE
La Pianta di origine dell’ ulivo, secondo i primi ritrovamenti, foglie fossili,
risalgono a circa un millennio di anni fa. Lo storico Erodoto ( 484-425 a.C. )
riteneva che solo ad Atene e in nessun altro posto ci fossero gli ulivi. Secondo
la mitologia greca fu la dea Atena a piantare il primo ulivo albero che, con i
suoi frutti avrebbe donato a tutti gli uomini, un succo meraviglioso. Per i
Greci l’olivo era considerato una pianta sacra (simbolo di forza, di fede, di
pace), tanto che chi la danneggiava o sradicava, era punito con l’esilio.
Le prime coltivazioni di olivo, invece, sono state rinvenute
nel sud del Caucaso e, secondo gli storici, via via si svilupparono alle isole
di Rodi, Cipro, Creta e poi in tutto il bacino del Mediterraneo.
Al Neolitico (5000 a.C.) risalgono le scoperte in terra di
Puglia: a Torre a Mare ( BA ) e Fasano, a sud di Brindisi. Scoperte che
attestano come le olive costituivano, già da allora, alimento di importanza
fondamentale per gli uomini della Puglia.
Importanti per ricostruire la storia di questa pianta dai
mille usi, sono stati i ritrovamenti nel Sud dell’Italia di reperti con scene
di raccolta, produzione e vendita delle olive, di monete coniate a Messina,
Crotone e Taranto raffiguranti foglie e rami d’ulivo.
E, infatti, come i Greci, anche i Romani avevano imparato a
fare largo uso dell’olio per la cura del corpo. L’olio, prodotto tipico
pugliese, era usato anche per alimentare lampade e lucerne; a conferma di ciò
ci sono i ritrovamenti di diverse navi olearie affondate nei mari del
Mediterraneo.
La Puglia , con i suoi oltre 50 milioni di alberi di ulivo,
è al primo posto per quanto riguarda la produzione di olive e olio e per questo
possiamo dire che è senz'altro la più importante regione olivicola italiana.
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