Tutt'altro che ‘’primitiva’’, l’agricoltura biologica è un sistema
flessibile ed efficiente che sfrutta al massimo le risorse naturali e
dell’ambiente, offrendo anche interessanti opportunità di ricostruzione della fascia sociale legata al territorio. Chi coltiva biologico ha l’opportunità e
il compito di essere preparato e attento sì, alla natura e alla tradizione, ma
anche alle innovazioni tecniche e scientifiche, per sviluppare in modo sano e
duraturo le potenzialità di un sistema di agricoltura veramente ‘’globale’’.
Il Biologico non va inteso come
una moda, ma piuttosto come una scelta e una volontà di ritornare alle sane
abitudini di una volta quando si consumavano prodotti di stagione e si
rispettava la loro natura senza l’impiego di sostanze chimiche che ‘’drogano’’
i prodotti, inquinano l’ambiente e avvelenano animali ed insetti. L’obiettivo è quindi ridurre l’impatto
ambientale per garantire un futuro alle prossime generazioni.
I prodotti della terra coltivati
in modo naturale , oltre a non contenere
veleni , hanno proprietà nutrizionali decisamente superiori ai prodotti tradizionali,
in quanto più ricchi di sali minerali e vitamine. Coloro che criticano i costi
spesso più elevati, dovrebbero quindi fare una valutazione più analitica dei
pregi e dei difetti del tradizionale e del biologico, e considerare a parità di
peso quale prodotto nutre di più e avvelena meno l’organismo.
Risparmiare nell'alimentazione, può quindi voler dire danneggiare la
propria salute. Alla fine diventa una scelta di priorità, e se è vero che
la salute non ha prezzo, è facile tirare le conclusioni.
La tutela della salute e l’attenzione per l’ambiente sono alla base
dell’utilizzo dei cibi biologici. I prodotti biologici non contaminano la
natura con additivi chimici o di sintesi ( utilizzando antiparassitari naturali
come macerati di piante e arricchendo il terreno con letame o compost), non
sfruttano intensivamente il bestiame, rispettano il ritmo delle stagioni e
della rotazione dei terreni e sono
sottoposti al controllo finale di Enti di Certificazione. Insomma ce n’è abbastanza da metterli in cima alle
priorità d’acquisto al supermercato.
La varietà di prodotti è decisamente ampia: frutta e ortaggi, carne
e pesce, latticini e uova, vino e miele, zucchero e cacao, pasta e riso, caffè
e tè, dolci e snack, olii e condimenti.
LA CARTA
D’IDENTITA’ DEL PRODOTTO
L’etichetta è la carta d’identità
del prodotto, una guida fondamentale per il mangiar sano.
La normativa di base è il decreto
legislativo n. 109 del 27/01/1992 (in attuazione delle direttive europee
89/395/CEE e 89/396/CEE, che sarà gradualmente sostituito dal nuovo regolamento
UE n. 1169 del 22 novembre 2011). Salvo pochi casi particolari, gli alimenti devono riportare alcune
indicazioni fondamentali: denominazione del prodotto, elenco degli ingredienti,
quantità netta, termine minimo di conservazione
o data di scadenza, azienda produttrice/distributrice, lotto di
produzione, modalità di conservazione. Entro un paio d’anni sarà obbligatorio
inserire la tabella nutrizionale, ora facoltativa.
Per i prodotti biologici c’è di
più. In etichetta deve comparire il logo
biologico dell’Unione europea, con i codici che identificano l’organismo di
controllo e l’azienda. Altro obbligo è quello di dichiarare la provenienza
degli ingredienti con l’espressione “Agricoltura UE” o “non UE”. I prodotti
biodinamici sono sottoposti agli stessi controlli; la presenza del marchio Demeter garantisce l’origine biodinamica di
ingredienti e prodotti.
Articolo
tratto dal mensile “Super affari”.
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