Per combattere i parassiti che infestano le piante, l'agricoltura biologica non impiega fitofarmaci, ma preparati vegetali,
minerali e animali.
Altra caratteristica dell'agricoltura biologica è la rotazione
delle colture: evitare di coltivare sullo stesso terreno la stessa pianta per
più stagioni consecutive consente di sfruttare di meno le sostanze nutrienti
del terreno, e di impedire ai parassiti di "specializzarsi".
Fa poi parte della filosofia (e della pratica)
dell'agricoltura biologica la piantumazione di semi ed alberi, per abbellire il
paesaggio e per creare delle barriere naturali contro gli agenti inquinanti
esterni.
La salute della Terra è quindi salvaguardata dall'agricoltura biologica.
Si può dire la stessa cosa della salute di chi consuma
prodotti coltivati biologicamente?
Dopo decenni di studi, sembra che a questa domanda si possa
finalmente rispondere: sì.
Secondo i ricercatori dell'Università di Davis, in
California, rispetto agli alimenti coltivati in modo tradizionale, quelli
coltivati biologicamente contengono una maggiore quantità di antiossidanti
(carotenoidi e flavonoidi), considerati i più strenui nemici
dell'invecchiamento cellulare.
Per la precisione, nel 2007, studiando un notevole numero di
pomodori coltivati nelle maniere più diverse, i ricercatori di quella
università hanno riscontrato che quelli coltivati biologicamente avevano il 97%
in più di canferolo, il 79% in più di quercetina e il 31% in più di naringina,
e che il suolo coltivato con metodi biologici migliora nel tempo.
La polpa di pesche, pere, susine e arance biologiche
conterrebbe inoltre meno acqua, e sarebbe quindi più ricca di nutrienti.
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